sabato 18 ottobre 2008

FINI-AMOLA CON L'ANTIFASCISMO

Gianfranco Fini ad Atreju: "La destra deve essere antifascista". La risposta del Presidente Provinciale di AG

Ci sono situazioni, nella vita e nel contesto storico di oggi, a cui si è lavorato alacremente e infaticabilmente, e che esigono un certo lessico, affinché non si possa far confusione o non si possa dare adito a determinate speculazioni.

Atreju 2008, la Nostra Festa Nazionale, è stata come sempre un successo, non solo mediatico, ma soprattutto di contenuti e militanza. Tanti ragazzi da tutta Italia si sono ritrovati, hanno discusso, si sono confrontati con i più importanti politici italiani, mostrando una maturità ed una preparazione che negli anni è andata sempre crescendo e che è stata comprovata dalla scelta dei temi e dei dibattiti, attuali e d’avanguardia.

È il frutto di un modo di fare politica che, fin dai tempi del Fronte della Gioventù, è stato improntato si alla difesa delle nostre tradizioni e della nostra cultura, ma soprattutto è proiettato verso il futuro, verso un domani che potrà “appartenere a noi” solamente se conquistato con “armi” attuali e contestualizzate.

Il Fronte, per primo, fu precursore di questo nuovo modo di intendere, rifiutando certe concezioni del MSI troppo legate al passato e superando determinate logiche preistoriche.

Per questo ci ha fatto male essere spettatori della bagarre dei soliti dirigenti di partito (spesso anche sottobanco: “ehy, ma non gli avete detto nulla…eh ma dovevate protestare…”), sempre più impegnati non tanto a contraddirsi l’un l’altro su un argomento che NOI abbiamo contestualizzato da anni, ma dediti a ritagliarsi un piccolo spazio di notorietà in un ambito che, stranamente, vedeva i giovani veri protagonisti rispetto ai soliti dinosauri della politica.

Non avevamo bisogno della loro “caciara” (non potremmo definirla altrimenti) per capire che noi ANTIFASCISTI non potremo mai esserlo.

Il FASCISMO, ribadisco, l’abbiamo superato.

Sappiamo bene quali siano i valori della libertà e della democrazia, veniamo da esperienze che non hanno potuto far altro che rafforzare in noi determinati concetti.

Per questo non possiamo accettare che, tra i nostri valori, venga impropriamente calato dall’alto l’ANTIFASCISMO.

Bisogna precisare che quest’ultimo è stato assunto ormai dalla storia non come un movimento culturale o politico impegnato a difendere i valori su citati, ma come ben altro.

L’ANTIFASCISMO è quello che, in nome di una non meglio identificata rivalsa, ha continuato ad uccidere e perseguitare, non solo in regioni rosse quali l’Emilia, innocenti, famiglie, preti e spesso gli stessi partigiani, rei magari di essere parenti di persone coinvolte col regime o semplicemente di non appartenere a quella frangia rossa che continuava a insanguinare un’Italia ormai uscita dalla guerra

L’ANTIFASCISMO è quello che nei decenni scorsi ha ucciso i nostri ragazzi, nelle strade, nelle sezioni, addirittura nelle case (come nel caso del rogo di Primavalle) al grido di “uccidere un fascista non è reato”.

L’ANTIFASCISMO è quello moderno, che pubblica i nostri indirizzi e le nostre foto sui siti internet per identificarci e magari venirci a cercare sotto la nostra abitazione, come nel caso di Federico Iadicicco, presidente di AG Roma.

L’ANTIFASCISMO è quello che devasta e incendia, ahimè ancora oggi, le nostre sedi.

L’ANTIFASCISMO è quello che, oggi come ieri, impedisce pubblici dibattiti nelle università, tenta di monopolizzare, spesso con metodi violenti, la cultura nelle scuole e negli atenei in nome di una subcultura che si ritiene superiore e l’unica degna di esistere.

L’ANTIFASCISMO è quello che impedisce al nostro presidente di Torino, per altro una ragazza, di andare a fare gli esami nella sua facoltà, organizzando veri e propri picchetti e scenate di protesta.

Cari dirigenti di partito, benpensanti delle tv e delle radio, svogliati appassionati della politica, smettetela dunque di ricordare i nostri 5 giorni di festa e dibattiti solo per una polemica derivante dall’uso errato di un termine: rischiate di cadere nel parossismo.

Un termine che non ci apparterrà mai… a meno che non riconosciate, fra i nostri fantastici ragazzi, persone che si sono macchiate dei crimini efferati che abbiamo su elencato.

L’ANTIFASCISMO è quello che continueremo a smascherare nelle scuole, nelle strade e nella società di oggi.

Maurizio Guccini

Presidente AG Provincia di Roma

I giovani che cambieranno Fonte Nuova

Mancano pochi mesi. Fonte Nuova cambierà. Fonte Nuova volterà pagina. Fonte Nuova si risveglierà e finalmente uscirà dal baratro in cui è stata gettata in questi 5 anni di disamministrazione. Cinque anni di immobilismo, di favoritismi e clientelismo, cinque anni in cui i cittadini non sono mai stati così lontani dai loro rappresentanti.

Questa volta non sbaglieremo come nelle passate elezioni comunali, quando le divisioni del centrodestra, alimentate dai soliti dinosauri della politica, consentirono ad un'esigua minoranza di diventare maggioranza.

Nessuno di noi può dimenticare i pessimi esempi di cui si è macchiata questa amministrazione di centro-sinistra... 

Centinaia di migliaia di euro spesi in consulenze che non hanno prodotto assolutamente nulla, se non rimpinguare le tasche di personaggi da sempre vicini ai partiti locali...

I giovani sono stati i più penalizzati. In un comune che fatica ancora a trovare un senso civico a causa della sua strana nascita, era scontato sentirsi in dovere di realizzare strutture o progetti che avessero consentito ai giovani di ritrovarsi e di crescere culturalmente e umanamente. Così non è stato. Al contrario,  le giunte che si sono susseguite (decine di assessori, spesso fantasmi intangibili e incompetenti di cui non ricordiamo neanche il nome, sostituiti in nome delle spaccature e dei rapporti di forza tra signorotti locali) hanno badato bene a tenere alla larga i giovani dagli affari comunali, spesso additandoli come esempio negativo di inciviltà ed ignoranza.

Non è pensabile coprire l' immobilismo sulle politiche giovanili e, consentiteci, l'incapacità di questi signori, con le solite accuse di bullismo.

I giovani debbono poter partecipare alla vita pubblica ed hanno il diritto di avere centri di aggregazione dove poter mettere a frutto le proprie capacità, di poter uscire la sera senza doversi rinchiudere nelle solite bische o dover rimanere a casa a causa della totale mancanza di sicurezza. Teatro, musica, sport, hanno bisogno di spazi e di progetti PER TUTTI che ad oggi non sono stati minimamente previsti, se non nella solita consulenza che, a distanza di vari mesi (che già ci sono costati  migliaia euro... sic!), non ha presentato l'ombra di un'iniziativa.

Una Cultura di cui ultimamente si parla, o meglio, si ciarla molto sui giornali, ma che fino ad oggi ha trovato il suo apice nell'acquisto del famigerato Gatto di bronzo, pagato decine di migliaia di euro ad una struttura vicina ad un consigliere comunale.

Una Cultura che ha visto spesso tagliate fuori le associazioni che volevano realmente realizzare qualcosa (sagre, feste, scuole di musica, compagnie teatrali) e che invece ha favorito, anche cospicuamente, realtà vicine all'amministrazione. È il caso di Cultura Estate, manifestazione prettamente politicizzata che ha visto la totale assenza della cittadinanza, o addirittura dei 40.000 euro regalati ad un'associazione vicina all'Udeur che realizzò sotto Natale un flop assoluto del quale non riusciamo ancora a spiegarci come abbiano impegnato tutti quei soldi, dato che le strutture  furono messe tutte a disposizione dal Comune. 

C'è chi non c'è stato a tutto questo, chi per anni ha continuato a denunciare il tutto, a fare aggregazione, a lottare nelle piazze, nei mercati, ad urlare la propria insoddisfazione su volantini o manifesti affissi anche nelle ore più impensabili, ad essere punto di riferimento di chi non voleva arrendersi a questa logica.

Ora abbiamo l'occasione di impedire che situazioni del genere possano ricapitare.

Le elezioni sono vicine, noi siamo pronti alla battaglia.

È ora di tornare protagonisti del nostro territorio, di tirare fuori quel carattere e quella voglia di fare che ci ha sempre contraddistinti anche in questo periodo nefasto.

È ora di ENTRARE in AZIONE e di cacciare finalmente chi ha portato allo sfascio la nostra città!!

A Mentana il Partito Democratico...puzza!!!!

Baccanittu, stavolta, non ce l’ha fatta! Trattenersi a volte diventa davvero difficile, quando ci si trova a subire insulti di questo genere, e che cavolo!! Quei cattivoni del centro-destra non fanno altro che insultargli chi gli dà “respiro”, al povero Baccani, così nell’ultima seduta consiliare il capogruppo del Partito Democratico non si è potuto trattenere: “E basta!Viva Dio che c’è Monterotondo che ci ha fornito servizi, scuole e tante altre cose! Viva Dio che c’è Monterotondo!!” Accidenti, a sentirlo viene quasi da pensare che a governare Mentana ci siano degli ingrati che non riconoscono quanto bene gli stia facendo un parente stretto!! E qui il dubbio, però, ci viene. E’ il centro-destra che è ingrato, o è Baccani (con tutto il PD) che difende un “parente stretto”, che a questo non è tanto di Mentana quanto piuttosto suo?

Soluzione al quesito: per troppi anni sono stati favoriti i politici monterotondesi per occupare posti di rilievo negli enti sovracomunali, con i voti dei Mentanesi. Oggi che Mentana sta gradualmente capendo che essere rappresentati direttamente in tali enti vuol dire creare le basi per lo sviluppo, e che per anni la sinistra si è presa gioco di noi portando i voti presi a Mentana al servizio di chi poi in realtà faceva solo gli interessi del proprio paese, ancora continuano a difendere questo becero partitismo per qualche posto di lavoro? Risparmiateci sinistrorsi da queste offese alla nostra intelligenza. I vostri discorsi puzzano!!!

P.S.: Meno male che questi sò così……

Riparte il centro-destra a Mentana con la nuova giunta comunale

“Si riparte con una marcia in più”. Forse è questo il pensiero che meglio di ogni altro racchiude lo spirito della maggioranza di Mentana. Circa un mese fa è stata infatti azzerata la giunta di Mentana, gesto che potrebbe essere interpretato come una crisi di governo, ma che in realtà non lo è. E la dimostrazione è che in soli 7 giorni tutte le nomine sono state assegnate. Ovviamente a persone diverse da quelle che ci hanno accompagnato sinora, in questi 2 anni che a mio avviso sono stati i più duri e difficili della storia del nostro Comune.

Il cambio è arrivato per una chiara e limpida necessità: al momento del rientro del bilancio proposto dal Consiglio Comunale, che in questi giorni è al vaglio del Ministero, avere una squadra di tecnici ognuno nel suo ruolo di sua competenza, di modo da agevolare il lavoro dei dipendenti (il cui numero è la metà di quello previsto) e magari riuscire anche a dare un contributo professionale in più.